domenica 6 gennaio 2013

Giaguaro si spoglia: rivive il sogno della mitica Jaguar E

Elegante, sportiva, seducente, tecnologicamente evoluta e ricca di fascino. Come una Jaguar d’altri tempi. E’ la nuova F-Type, erede designata della mitica E-Type degli anni 60/70 (l’auto di Diabolok ed Eva Kant),uno di quei capolavori del made in England entrati di diritto nella storia dell’auto. Una questione di fascino prim’ancora che di tecnica. Un fascino costruito intorno ad uno stile inconfondibile, fondato su linee tratteggiate per esaltare, in un magico mix, sportività ed eleganza, classe e aggressività.


La nuova F-Type sembra proprio la reincarnazione di quell’auto
capace di emozionare anche a motore spento. Uno sguardo, e l’adrenalina già ti prende. Alcuni autorevoli commentatori hanno osservato che lo stile ricorda il meglio delle scuole di Pininfarina e Zagato (di cui Jan Callum, capo designer della gloriosa casa britannica, si è dichiarato incondizionato ammiratore). Può darsi che ci sia qualcosa di vero, ma la nuova F-Type – sia chiaro - esprime una carica di personalità molto forte. Al recente Salone di Parigi ha fatto girare la testa a chiunque si trovasse a passare davanti allo stand Jaguar. Molte le richieste di informazioni su prezzi e commercializzazione. E’ trapelato che si partirà da non meno di 72.000 euro, ma ci vuole ancora un po’ di tempo: le vendite avranno inizio a metà del 2013, mentre negli Stati Uniti è stato annunciato un listino “a partire da 69.000 dollari”.

Costruita quasi interamente in alluminio e ispirata al concept C-X16,
la F-Type è una due posti secchi, scoperta, con capote in tela, motore anteriore e trazione posteriore. Lunga 447 cm, larga 192,3, alta 129,6, ha il posto di guida piuttosto basso (20 mm meno della cattivissima XK-RS) a tutto vantaggio della concentrazione dei pesi verso il baricentro e dunque dell’equilibrio dinamico. Presto per parlare del comportamento su strada (nessuno ha potuto ancora provarla), ma la carreggiata larga, gli sbalzi corti, l’altezza da terra ridotta lasciano intuire che si tratta di una roadster capace di aggredire la strada e di misurarsi senza complessi con le rivali tedesche firmate Porsche, Mercedes, BMW. Sicuramente sarà un’auto godibile per le prestazioni da autentica sportiva e per la capacità di regalare il piacere del viaggiare en plein air, in un abitacolo elegante e confortevole e – particolare non trascurabile – con un bagagliaio di circa 200 litri.

Saranno disponibili tre versioni: F-Type, F-Tipe S e F-Type V8 S,
equipaggiate rispettivamente con i nuovi propulsori sovralimentati 3.0 litri V6 (con potenze di 340 e 380 cv), e con il 5.0 litri V8 da 495 cv. Secondo le anticipazioni fornite dalla Casa, la versione al top, con il motore 8 cilindri, è in grado di raggiungere i 100 km/h in 4,3 secondi, con una velocità massima di 300 km/h. La F-Type S nella versione V6 da 380 cv raggiunge invece i 100 km/h in 4,9 secondi, con una velocità massima di 275 km/h, che per la F-Type “normale” diventano 5,3 secondi e 260 km/h. Tutte le motorizzazioni sono dotate di sistema Start/Stop per tenere sotto controllo emissioni e consumi (da 9 a 11,1 litri/100 km). Il cambio è l’automatco Quickshift a 8 rapporti, con un selettore Sport montato centralmente e paddles al volante. Entrambi i modelli S dispongono di un differenziale autobloccante, meccanico per il V6 ed elettronico per il V8.

La riduzione di peso è stata posta al centro del progetto.
La F-Type sfrutta dieci anni di esperienza maturata nel settore ed è costruita dunque con la quarta generazione della architettura Jaguar in alluminio leggero. La nuda scocca pesa soltanto 261 kg; è stato limato di 12 kg il peso della capote, addirittura di 24 quello dei sedili, ma l’auto nel suo complesso – è bene chiarirlo - parte da quota 1.597, che non sono pochi. E’ il prezzo da pagare ad equipaggiamenti e dotazioni irrinunciabili. E’ stata data, comunque, priorità anche alla rigidità torsionale e laterale (+10% rispetto alla XK-RS). E intorno a questa rigida struttura in alluminio ogni sistema – sterzo, freni, trasmissione – è stato ottimizzato per rispondere prontamente ai comandi. Le sospensioni, anteriori e posteriori, a doppio braccio oscillante, sono interamente in alluminio e dovrebbero consentire un controllo preciso della vettura, grazie anche allo smorzamento adattivo (le molle vengono calibrate 500 volte al secondo) e al sistema automatico di controllo del movimento del corpo vettura, mirato a neutralizzare rollio e beccheggio.

Molta cura è stata posta anche nella struttura
e nella conformazione dei sedili, nonché nella definizione della posizione di guida, con il volante a tre razze asimmetrico, che dà spazio alle gambe e si lascia impugnare come quello di un’auto da corsa, diventando più duro o più leggero a seconda dell’input dato da chi guida grazie al Dynamic Mode (che può modificare anche le “risposte” del pedale acceleratore). Il volante incorpora tra l’altro un supporto con strumenti analogici, con i numeri del contagiri più grandi e più evidenti rispetto a quelli del tachimetro. «L’obiettivo – è stato spiegato – era realizzare una convertibile a due posti incentrata sull’agilità, sulle prestazioni e sul coinvolgimento del guidatore».

Alcuni dettagli esaltano questi valori.
Tra le tante chicche, il sistema di scarico attivo (di serie sui modelli S), che attraverso quattro uscite regala sonorità e “sensazioni” gratificanti: le valvole del sistema di scarico si aprono a partire dai 3.000 giri, spingendo la lancetta del contagiri verso la fatidica linea rossa, in un crescendo che i collaudatori hanno definito “emozionante”. Nel discorso c’entra anche la funzione Dynamic Launch, che ottimizza l’accelerazione da fermo. Altri accorgimenti riguardano particolari estetici e funzionali, come le luci posteriori a Led o lo spoiler posteriore attivo, che si apre automaticamente sopra i 100 km/h per rientrare al di sotto dei 65, riducendo la portanza fino a 120 kg. Il modello V6 monta di serie ruote in lega da 18 pollici, ma come opzione sono disponibili anche da 19 e 20 (di serie sulla S e sulla V8 S). Sul modello top di gamma sono stati adottati altri accorgimenti aerodinamici (alette anteriori sotto le “branchie di squalo” ed estensioni laterali nel sottoporta) per aiutare la stabilità della vettura a velocità molto elevata.

All’interno ci si è ispirati alle cabine di pilotaggio degli aerei
da combattimento, con i comandi raggruppati in modo ergonomico in base alla funzione. Un’altra ispirazione di natura aeronautica si riscontra nella leva del cambio SportSchift a forma di joystick, con la quale si può gestire la trasmissione a otto velocità. Ancora: le bocchette d’areazione sono a scomparsa, mentre gli interruttori sono rifiniti in materiale nero opaco, con inserti in cromo satinato e alluminio scuro.

La capote è costituita da una tradizionale copertura in tessuto, anziché in metallo.
Questo non rappresenta solo una significativa riduzione di peso, ma ottimizza l’aspetto complessivo e aiuta a mantenere basso il baricentro. La copertura può essere completamente alzata o abbassata in appena 12 secondi, con auto in movimento, a una velocità fino a 50 km/h. La sua costruzione multistrato comprende un sottile rivestimento per migliorare l’isolamento termico e acustico. Per testarne l’efficacia è stata sottoposta alle rigidissime temperature della Lapponia, dove è stata svolta parte dei collaudi. Migliaia di chilometri sono stati percorsi anche a temperature elevate, e non sono mancati – come per tutte le sportive che si rispettino – i test sul circuito tedesco del Nurburgring, dove sono stati messi a dura prova motori, telai e freni.

Insomma, 50 anni dopo la E-Type, Jaguar vuole
proporre sulla scena del mercato globale un’altra icona del made in England. E le condizioni per centrare l’obiettivo sembrano esserci tutte. Anche perché il marchio britannico gode di ottima salute, grazie agli investimenti disposti dal gruppo indiano capitanato da Ratan Tata (proprietario dei marchi Jaguar e Land Rover) ed ai successi commerciali ottenuti finora: a dispetto della crisi, nei primi dieci mesi del 2012 Jaguar ha consegnato 44.877 vetture, l’8% in più rispetto al corrispondente periodo 2011.

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