giovedì 17 novembre 2011

Citroën DS5 : notre essai routier

Una delle doti che hanno contribuito a scrivere la storia della Citroën. Anzi, per meglio dire, le sue pagine migliori. Sì, perché negli anni in cui la casa del doppio chevron ha lasciato per strada parte del suo patrimonio di creatività e audacia ha ottenuto i risultati meno entusiasmanti. Da qualche anno invece, il costruttore ha ritrovato lo smalto di un tempo. E la nuova DS5, che nei giorni scorsi abbiamo provato sulle strade della Costa Azzurra, ne è l’ennesima conferma.
Coraggio, si diceva. Ce ne vuole per provare a rilanciarsi in un settore, quello delle auto di grandi dimensioni con caratteristiche premium, dove i costruttori francesi non cavano un ragno dal buco da troppo tempo. Stavolta però, le carte in tavola sono cambiate e i tempi per Citroën sembrano maturi per una proposta in grado di rompere definitivamente con un passato recente non certo esaltante.
La DS5 nasce come terzo tassello di un puzzle -quello della gamma DS- destinato ad ampliarsi ulteriormente, e ha le solide fondamenta di una formula ormai rivelatasi azzeccata. La stessa che ha garantito il successo della DS3 e che sta portando le prime soddisfazioni alla DS4. Linea inconfondibile, tanta qualità, una distintività tutta francese e soprattutto una tecnologia di primo livello.
Citroën DS5: la nostra prova su stradaCitroën DS5: la nostra prova su stradaCitroën DS5: la nostra prova su stradaCitroën DS5: la nostra prova su strada

Come per ogni modello della gamma DS, anche la DS5 fa del design un veicolo di messaggi precisi, una bandiera, una inequivocabile dichiarazione d’intenti. Nella sua audacia estrema, la vettura, un po’ monovolume, un po’ coupé, rievoca con una vicinanza stilistica sorprendente il prototipo C-Sportlounge presentato da Citroën al Salone di Francoforte del 2005.
Citroën DS5: la nostra prova su stradaCitroën DS5: la nostra prova su stradaCitroën DS5: la nostra prova su stradaCitroën DS5: la nostra prova su strada
Difficile pensare ad un modello oggi sul mercato che possa vantare una simile consanguineità con una concept, per giunta tanto audace sul piano estetico. Dalla principale firma stilistica, costituita dalle due “lame” cromate che dai proiettori anteriori conducono ai montanti, fino alla volumetria di base, tutto pare immutato dalla C-Sportlounge. Se cercate una macchina con cui passare inosservati insomma, guardate pure altrove…
Lo stesso mix di originalità ed esclusività si ritrova nell’abitacolo. L’ambiente interno della DS5 è davvero curatissimo, e la qualità percepita raggiunge vette notevoli, com’è evidente nei sedili e nei loro opulenti (e particolarissimi) rivestimenti. L’impressione è quella di trovarsi davanti ad un trionfo di ricercatezza: la selezione dei materiali, i loro abbinamenti, il design dei dettagli. Tutto è stato curato in maniera impeccabile, e l’effetto finale è assolutamente appagante.
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In un insieme così riuscito l’unico particolare che stona è la sezione centrale della console: la plastica con cui è realizzata non è all’altezza dell’alluminio che la incornicia o di particolari come il bell’orologio analogico al lato delle bocchette. Allo stesso modo, la sensazione trasmessa dai piccoli tastini neri che si trovano qui non è adeguata al resto della tastieristica di console, tunnel e volante.
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La posizione di guida della DS5 è qualcosa di inedito: la prima cosa che si nota mettendosi al volante è la peculiare sensazione di trovarsi seduti in alto ma di avere al contempo pochi centimetri tra testa e padiglione, come accade sulle coupé. Certo, il tetto panoramico del nostro esemplare avrà pur rubato un paio di centimetri nel senso dell’altezza, ma immaginiamo che con una copertura tradizionale non cambi poi molto.
L’abitacolo è molto accogliente per quattro: anche chi siede dietro ha una buona quantità di spazio a disposizione (nonostante i soli 453 cm in lunghezza), ma un terzo passeggero sul divanetto posteriore viaggerebbe inevitabilmente sacrificato. Per quello che riguarda la visibilità non si può che fare affidamento alla retrocamera e ai sensori di parcheggio posteriori: il lunotto è davvero esiguo, come in generale tutta la sezione posteriore della vetratura. Positive invece le considerazioni sul bagagliaio, che misura ben 468 litri ed è caratterizzato da un livello di finitura ragguardevole, anche nei dettagli meno in vista.
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Motori e cambi

Citroën DS5: la nostra prova su strada
Il terzo modello della linea DS propone una gamma motori articolata su cinque proposte. La DS5 offre due benzina turbo a iniezione diretta Euro 5, il 1.6 THP da 155 CV e quello più potente da 200 CV. Quest’ultimo è in grado di erogare ben 275 Nm già a 1800 giri. Ad affiancarli, due motori diesel Euro 5 con filtro antiparticolato di serie: il 1.6 e-HDi da 112 CV, con un sistema di start%stop esclusivo di PSA che riduce fino al 15% le emissioni di CO2 e il 2.0 HDi da 163 CV.
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Fatta eccezione per l’e-HDi, che viene offerto di serie con il cambio robotizzato a sei marce CMP-6, tutte le unità dispongono di serie di un classico manuale sei marce. Il vero fiore all’occhiello della gamma è però rappresentato dalla motorizzazione Hybrid4 una soluzione full-hybrid che associa il 2.0 diesel ad un motore elettrico sincrono a magneti permanenti da 37 CV sistemato sull’asse posteriore.
Il risultato sono 200 CV di potenza complessiva, un originale sistema di trazione integrale, la possibilità di viaggiare in modalità 100% elettrica. Senza contare la grande elasticità garantita dall’abbinamento e le sue credenziali ambientali, ben riassunte nei dati dichiarati dalla casa (99 g/km di CO2, 3,8 l/100 km sul ciclo combinato).
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